Da qualche giorno è in prevendita la nuova maglia personalizzabile dell’F.C. St. Pauli per la stagione 2021-22. Aspettavo solo un pretesto per scrivere di questa realtà che amo particolarmente, soprattutto per la scelta dei colori societari e per lo stile mai banale che propone da sempre. Finalmente il pretesto è arrivato. Finalmente tesserò le mie lodi al marrone, colore bistrattato da sempre e fuori dalle grazie araldiche come raccontato nell’articolo precedente. Partiamo dall’attualità.
La nuova maglia personalizzabile del St. Pauli
Quello che ha colto la mia attenzione e scatenato il desiderio di averne una tutta per me è il pensiero out of the box che i tedeschi hanno avuto per lanciare la loro prevendita che prevedo felice: la personalizzazione del main sponsor. Da anni la squadra di Amburgo è legata a Congstar – compagnia telefonica tedesca – ma l’idea brillante è di affiancare al loro logo un lettering personalizzato. Tipo così.
Rico sarà felice di associare Jersey Vice a una delle sue squadre preferite? Assolutamente!
Per il resto la maglia è di un bel tono di marrone, dalla linea fine ed elegante e senza troppe toppe e toppette che ultimamente proliferano su ogni angolo libero di ogni kit che calca un campo di calcio. La linea rossa sul cuore che spezza il gessato è uno di quei particolari che piace molto da queste parti.
The aim was a timeless design that also stands for sustainability in this respect.
The red line above the heart as the unifying element of the collection symbolizes the heart of St. Pauli as well as the love of the district and the club.

Il marrone, il St. Pauli e le scelte di stile
Negli anni il St. Pauli ha proposto casacche dai toni più vari e improbabili. Qualche volta con ottimi risultati, altre volte meno. Sicuramente i colori societari – marrone in primis con l’aggiunta del rosso e del bianco, più il nero ereditato dalla bandiera del Jolly Rogers oramai più rappresentativa dello stemma societario stesso – aiutano a rompere la tradizione anche se la base culturale che c’è dietro a questo movimento è quella che dà lo slancio maggiore alla creatività e al coraggio nelle idee.
Il set di maglie che mi hanno fatto innamorare e avvicinare a questa squadra sono state realizzate nella stagione 2011-12 e la loro meravigliosa campagna di presentazione mi ha spinto ad acquistarne una sulla baia – non quella del quartiere di Amburgo dove non ho avuto ancora il piacere di andare, ma la più popolare che fa confluire molti fra i naviganti della rete –. Nello specifico quella marrone e nera, l’abbinamento perfetto per ogni occasione!

Il motivo della scelta di questi colori non è ben chiaro ma sul sito ufficiale si legge che in una serata alcolica del 1906 al bar August Tenne – poteva iniziare diversamente? li amo –, un certo numero di football-mad membri della sezione giochi e sport del club di ginnastica Hamburg-St. Pauli Turnvere decisero di creare una propria sezione dedicata al calcio. Nel 1909 tale Amandus Vierth – sia lodato per il suo spirito anticonvenzionale e la sua tenacia nel dibattito – vinse la discussione riguardante la scelta dei colori per il kit standard del club, che rimangono in uso ancora oggi. Da quel momento il marrone e il bianco furono i colori ufficiali.
Primi del ‘900 Secondo dopoguerra


Nascita e svuluppo del fenomeno St. Pauli
Sono gli anni ’80 che hanno dato visibilità e hanno fatto crescere il fenomeno St. Pauli. Fin dai decenni precedenti l’F.C. St. Pauli rappresentava – in contrasto con l’aristocratico Hamburger S.V. – la parte popolare e freak della città. Ma in quegli anni la situazione politica del paese – nella quale non ci addentreremo perché qui si parla di maglie – ha fatto si che le decisioni prese dal club, come la partecipazione popolare attiva e l’impegno sul terrirtorio costante, facessero accrescere il seguito della gente prima ad Amburgo, poi nel resto della Germania e infine anche fuori dai confini nazionali.
Molte delle loro linee guida si ritrovano anche sulle maglie sotto rifiniture simboliche – ad esempio quelle arcobaleno presenti su più modelli –, motti più o meno espliciti e simboli inseriti – vedi il famoso Jolly Roger divenuto quasi lo stemma principlale –. Come sostenevo qualche paragrafo più in sù i risultati sono alterni, ci sono kit molto riusciti e alcuni che invece hanno fatto il passo più lungo della gamba risultando eccessivi (almeno a mio parere n.d.r.).

Comunque la si veda l’F.C. St. Pauli rimane una società fuori dagli schemi: punk, marrone, sociale, attiva, stilosa e con quel sapore speciale che, forse, ha qualcosa in comune con un’altra piccola ma grande realtà fiorentina che ho imparato a conoscere recentemente e sulla quale abbiamo già scritto.

Articolo interessantissimo che ha colmato le mie lacune sulla storia di questo club.