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Il degenero dei numeri primi: storia dei numeri di maglia nel calcio vol.3


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Il viaggio che racconta la storia dei numeri di maglia è iniziato qualche mese fa con la prima puntata di questa saga dedicata a un ornamento diventato subito imprescindibile per questo sport. I numeri di maglia. Oggi chiudiamo raccontando come sono stati adottati dalle selezioni nazionali.

Ricorderete che l’intuizione di distinguere i calciatori grazie a numeri applicati sulla schiena appartiene a Herbert Chapman e viene messa in pratica la prima volta in Arsenal vs Sheffield dell’agosto 1928. Da quel giorno i numeri da 1 a 11 saranno legati per sempre al football.

Però, fino al 1992 chiunque guardasse le partite di un Campionato del Mondo, notava i giocatori che scendevano in campo con numeri inusuali: il 15, il 18 o addirittura il 22. Strano, affascinante, io l’adoravo. L’idea venne alla FIFA per l’edizione svizzera del 1954, la prima trasmessa in tv.
A ogni calciatore convocato per la manifestazione doveva essere assegnato un numero di maglia che avrebbe indossato da lì al termine della competizione.

La maggioranza delle squadre, tra cui l’Aranycsapat ungherese, scelsero una distribuzione classica: i titolari vestiti dall’1 all’11, le riserve dal 12 al 22 (nello specifico in ordine di ruolo, difensori centrocampisti attaccanti portieri).

Altre invece, come la Svizzera del mitico Karl Rappan – e la vicina Francia, forse influenzate dalla corrente artistica in voga all’epoca e rinominata Stile Svizzero che fa del minimalismo e della chiarezza senza fronzoli il suo punto di forza – decidono di ordinare i numeri di maglia per ruolo: si parte da 1, 2 e 3 per i portieri per finire a 15-22 per gli attaccanti.

Qui nasce un aneddoto interessante per la nazionale elvetica: il numero 1 è tradizionalmente assegnato al portiere titolare, quindi a Walter Eich. Rappan però cambia idea e ritiene Eugène Parlier più affidabile, decidendo di far giocare lui. Si inaugurà così la strana sensazione di vedere in campo un portiere con un numero di maglia notoriamente assegnato a un giocatore di movimento, stessa sensazione che abbiamo provato vedendo giocare Jongbloed con il numero 8 o Fillol con il 5. Sensazione che avremmo potuto provare anche in casa Italia… ma avevamo Albertosi.

Parlier col numero 2 in uscita bassa su Lorenzi in Svizzera-Italia

Ungheria
1 P Gyula Grosics
2 D Jenő Buzánszky
3 D Gyula Lóránt
4 D Mihály Lantos
5 C József Bozsik
6 C József Zakariás
7 A József Tóth
8 A Sándor Kocsis
9 A Nándor Hidegkuti
10 A Ferenc Puskás
11 A Zoltán Czibor
12 D Béla Kárpáti
13 D Pál Várhidy
14 C Imre Kovács
15 C Ferenc Szojka
16 A László Budai
17 A Ferenc Machos
18 A Lajos Csordás
19 A Péter Palotás
20 A Mihály Tóth
21 P Sándor Gellér
22 P Géza Gulyás

Svizzera
1 P Walter Eich
2 P Eugène Parlier
3 P Georges Stuber
4 D Roger Bocquet
5 D Marcel Flückiger
6 D Roger Mathis
7 D André Neury
8 D Heinz Bigler
9 D Charles Casali
10 C Oliver Eggimann
11 C Norbert Eschmann
12 C Gilbert Fesselet
13 C Ivo Frosio
14 C Willy Kernen
15 A Charles Antenen
16 A Robert Ballaman
17 A Jacques Fatton
18 A Josef Hügi
19 A Marcel Mauron
20 A Eugen Meier
21 A Ferdinando
22 A Roger Vonlanthen

La nazionale Italiana e i numeri di maglia

Alla sua prima uscita numerata, l’Italia fa la scelta della maggioranza delle squadre presenti al mondiale svizzero: dall’1 all’11 i titolari, poi le riserve. Ma il campo dice altro perché mister Czeizler mischia le carte fin da subito e fino alla fine. Eliminati al primo turno.

Si continua così fino al 1966, quando si decide di assegnare la numerazione di maglia in ordine alfabetico. Per un caso fortuito il numero 1 Albertosi e il numero 2 Anzolin sono i portieri (poi c’è Pizzaballa col 18), il che ci evita un caso Ardiles/Fillol.
Nell’edizione argentina del 1978 la svolta. Si decide di avviare una tradizione divenuta ventennale – e abbandonata per piegarsi alle moderne esigienze di marketing – dei numeri in ordine alfabetico per ruolo, con l’eccezione dei portieri ai quali vengono assegnati 1, 12 e 22 in ordine di importanza (numeri che segneranno la nostra storia, all’estero era più comune il 13 o il 16 per il secondo portiere).

Italia 1978
1 P Dino Zoff
2 D Mauro Bellugi
3 D Antonio Cabrini
4 D Antonello Cuccureddu
5 D Claudio Gentile
6 D Aldo Maldera
7 D Lionello Manfredonia
8 D Gaetano Scirea
9 C Giancarlo Antognoni
10 C Romeo Benetti
11 C Eraldo Pecci
12 P Paolo Conti
13 C Patrizio Sala
14 C Marco Tardelli
15 C Renato Zaccarelli
16 C Franco Causio
17 C Claudio Sala
18 A Roberto Bettega
19 A Francesco Graziani
20 A Paolo Pulici
21 A Paolo Rossi
22 P Ivano Bordon

Italia 1986
1 P Giovanni Galli
2 D Giuseppe Bergomi
3 D Antonio Cabrini
4 D Fulvio Collovati
5 D Sebastiano Nela
6 D Gaetano Scirea
7 D Roberto Tricella
8 D Pietro Vierchowod
9 C Carlo Ancelotti
10 C Salvatore Bagni
11 C Giuseppe Baresi
12 P Franco Tancredi
13 C Fernando De Napoli
14 C Antonio Di Gennaro
15 C Marco Tardelli
16 C Bruno Conti
17 A Gianluca Vialli
18 A Alessandro Altobelli
19 A Giuseppe Galderisi
20 A Paolo Rossi
21 A Aldo Serena
22 P Walter Zenga

Salta all’occhio il 17 vestito da Vialli nell’86 al posto del 21. Scaramanzia? Luca era il più giovane e magari Altobelli non si sentiva a suo agio con quel numero. La stessa cosa era successa già nell’edizione precedente, sempre con «Spillo» e il rookie Massaro.

Altro spunto interessante è la numerazione di Causio e Sala nel 1978, che vengono dopo i centrocampisti ma prima degli attaccanti, rispettivamente con il 16 e il 17.

«Precisazione successiva alla pubblicazione», grazie ad un intervento di un nostro lettore.
Nella storia italiana dei mondiali dal 1978 al 1990 esisteva una sottocategoria a metà fra i centrocampisti e gli attaccanti, «l’ala tornante», per cui i numeri che si aggiravano tra il 15 e il 17 in realtà non erano «eccezioni» ma una vera e propria «categoria» a se stante: Causio-Sala nel 1978, Causio-Conti-Massaro nel 1982, Conti-Vialli nel 1986. L’ultimo tornante della nazionale italiana, Donadoni, con il 17 ai mondiali di Italia 90 fu inserito tra gli attaccanti, mentre nel 1994 fra i centrocampisti, insieme ad Evani.

Sulla squadra del 1990 non parlo, mi commuovo troppo e ne ho già scritto qui. Avevo 9 anni e al tempo non condividevo questa scelta: Baggio doveva avere il 10, altro che Berti! Vialli il 9! E Maldini col 7? Vierchowod con l’8? OLTRAGGIO!!
Ma si cresce, e col senno di poi riconosco che era un valore aggiunto, una unicità tutta italiana…

Nel 1994 si iniziano a sentire le sirene inglesi, vengono aggiunti i nomi sulle maglie e la tradizione inizia a vacillale. Le due stelle prendono il numero che li rappresenta: Baresi il 6, Roberto Baggio il 10.
Nel 1998 si prova ancora a mantenere un briciolo di tradizione ma capitan Maldini e l’attacco stellare azzurro (Del Piero, Baggio, Inzaghi, Chiesa) scombinano le carte.

Nel 2000 finisce tutto. I calciatori si accordano sulla scelta dei numeri e un tassello in più si aggiunge alla nostalgia.

Alfabeto Argentino

Dal mondiale tedesco del 1974 la nazionale argentina decide di assegnare i numeri di maglia ai propri giocatori in modo simile all’Italia, in ordine alfabetico. In questa edizione però vengono salvati i portieri che continueranno a vestire i (a noi) più consoni 1, 12 e 21.

Ma dal 1978 e fino al 1986 si passa a un ordine alfabetico puro. Con il numero 1 vediamo Norberto Alonso, centrocampista del River Plate e col 2 Osvaldo Ardiles, all’epoca centrocampista dell’Huracán. Mentre i portieri Héctor Baley e Ubaldo Fillol vestono rispettivamente la 3 e la 5.
Stessa cosa nei due mondiali successivi con Ardiles numero 1, Baley numero 2 e Fillol numero 7 (1982) oppure Sergio Almiron, attaccante, sempre con la 1 e Nery Pumpido, portiere, con la 18 (1986). Uniche eccezioni Diego Armando Maradona – il D10S –, Passarela con la 6 nel 1986 e Kempes/Valdano con la 11 rispettivamente nel 1982 e nel 1986.

Solo nell’edizione 1979 della Coppa America il 19enne Diego non ebbe un trattamento di favore (come si vede nella foto), ma già dalla stagione successiva il ragazzo era diventato IL CALCIO ARGENTINO e quindi il 10 non poteva che stare sulle sue spalle.

Argentina 1982
1 C Osvaldo Ardiles
2 P Héctor Baley
3 C Juan Barbas
4 C Daniel Bertoni
5 A Gabriel Calderón
6 A Ramón Díaz
7 P Ubaldo Fillol
8 D Luis Galván
9 C Américo Gallego
10 C Diego Maradona
11 A Mario Kempes
12 D Patricio Hernández
13 C Julio Olarticoechea
14 D Jorge Olguín
15 D Daniel Passarella
16 P Nery Pumpido
17 D Santiago Santamaría
18 D Alberto Tarantini
19 D Enzo Trossero
20 A Jorge Valdano
21 C José Daniel Valencia
22 D José Van Tuyne

Argentina 1986
1 A Sergio Almirón
2 C Sergio Batista
3 C Ricardo Bochini
4 C Claudio Borghi
5 D José Luis Brown
6 D Daniel Passarella
7 A Jorge Burruchaga
8 D Néstor Clausen
9 D José Luis Cuciuffo
10 C Diego Maradona
11 A Jorge Valdano
12 C Héctor Enrique
13 D Oscar Garré
14 C Ricardo Giusti
15 P Luis Islas
16 C Julio Olarticoechea
17 A Pedro Pasculli
18 P Nery Pumpido
19 D Oscar Ruggeri
20 C Carlos Tapia
21 C Marcelo Trobbiani
22 P Héctor Zelada

Nel modiale italiano del 1990 si torna alla versione del 1974 – escluso Maradona, of course – chiudendo questo periodo meraviglioso per la numerazione della nazionale sudamericana.

Brasile controcorrente

Interessante la scelta in controtendenza della Selçao verde-oro che dal 1990 tira fuori dal cassetto la numerazione classica 1-11 per la squadra titolare – scelta sulla carta in fase di convocazione ma non sempre mantenuta per ovvie ragioni – con pochissime eccezioni come Julio Cesar col 12 o Marcelo sempre col 12 nel 2018.

Brasile 2002
1 P Marcos
2 D Cafu
3 D Lúcio
4 D Roque Júnior
5 D Edmílson
6 D Roberto Carlos
7 C Ricardinho
8 C Gilberto Silva
9 A Ronaldo
10 C Rivaldo
11 A Ronaldinho
12 P Dida
13 D Juliano Belletti
14 D Ânderson Polga
15 C Kléberson
16 D Júnior
17 A Denílson
18 C Vampeta
19 C Juninho Paulista
20 A Edílson
21 A Luizão
22 P Rogério Ceni
23 C Kaká

Brasile 2006
1 P Dida
2 D Cafu
3 D Lúcio
4 D Juan
5 C Emerson
6 D Roberto Carlos
7 A Adriano
8 C Kaká
9 A Ronaldo
10 A Ronaldinho
11 C Zé Roberto
12 P Rogério Ceni
13 D Cicinho
14 D Luisão
15 D Cris
16 D Gilberto
17 C Gilberto Silva
18 C Mineiro
19 C Juninho
20 C Ricardinho
21 A Fred
22 P Júlio César
23 A Robinho

Introduzione dei nomi sulle maglie delle nazionali

Ma veramente i nomi dei calciatori sono apparsi sulle maglie delle nazionali per la prima volta nell’Europeo vinto dalla Danimarca nel 1992? Non esattamente, ma per oggi ho già scritto troppo, rimandiamo alla prossima.

Anche voi dovrete rimandare alla prossima… edizione

2 replies on “Il degenero dei numeri primi: storia dei numeri di maglia nel calcio vol.3

  • Larry

    Complimenti per gli articoli, un bel lavoro davvero.. interessante. Sarebbe stato carino anche citare la numerazione alfabetica dell’Olanda 74, che non tiene conto dei ‘van’ iniziali e con ovviamente l’eccezione della 14 di Cruijff.

    Nella storia italiana dai mondiali 78 al 90 c’è una precisazione da fare: esisteva una sottocategoria a metà fra centrocampisti e attaccanti, ovvero ” l’ala tornante”, per cui i numeri intorno a 15, 16 e 17 in realtà non erano ‘eccezioni’ ma i tornanti in ordine alfabetico: Causio-Sala nel 78, Causio-Conti-Massaro nel 82, Conti-Vialli nell’86. L’ultimo tornante della nazionale italiana, Donadoni, con il 17 ai Mondiali 90 fu inserito negli attaccanti, che partivano dal 15 di Baggio in poi, mentre nel 1994 fra i centrocampisti (16 Donadoni e poi ultimo con il 17 Evani).
    PS spiacente deluderti ma anche se si fosse usata la numerazione dall’1 all’11 per i titolari, ai Mondiali 90 il 10 dell’Italia non sarebbe stato comunque Baggio, che era un ragazzino, ma Giannini…
    Aspetto il vol 4. con approfondimenti sulle nazionali europee: Germania, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo…buon lavoro!

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    • Matteo "Rico" Bertelli

      Grazie dei complimenti e grazie a te della precisazione. Non sapevo questa cosa dei “tornanti” e la editerò sicuramente nell’articolo. Una curiosità: all’epoca ero piccolo, ma perché Vialli era ritenuto un “tornante”? L’ho sempre vissuto come centravanti…
      Per quanto riguarda invece la 10 di Baggio beh, lo so benissimo che per gerarchie era di Giannini, ma per il me di 9 anni tifoso viola il numero 10 era solamente Roberto.

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