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Supermercato Fluminense de Feira, idea geniale o mancanza di rispetto?


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Il chupito consiste in un bicchierino di superalcolico bevuto tutto d’un fiato, magari per rompere il ghiaccio o ravvivare una conversazione ormai in stallo. La nostra rubrica vi omaggia di qualche breve aneddoto per fare bella figura con amici, parenti e amanti.

Campionato Baiano, aprile 2017. Il Fluminense de Feira ospita la Bahia de Feira per la penultima partita del campionato regolare e si presenta con una grande idea per la terza maglia, partorita – presumibilmente – del responsabile del marketing del supermercato Wallmart che le fa da sponsor. Mi immagino la riunione creativa:

– Serve un’idea per valorizzare il marchio sulle maglie, cosa potremmo inventarci?
– Sulla schiena hanno i numeri! Perché non li usiamo come se fossero il prezzo di un prodotto a sconto su un volantino pubblicitario? Così oltre al supermercato sponsorizziamo anche i singoli prodotti. Due piccioni con una fava…
– Cazzo sei un genio.
– Lo so.

Sardinha congelada all’ala destra

Come spiega il responsabile della nostra ricostruzione, ogni numero di maglia della squadra brasiliana viene associato – con l’aggiunta dei centesimi in basso e del simbolo del Real brasiliano in alto – a un prodotto del supermercato. Il bomber 9.98 R$ è un asciugamano, il fantasista 10.98 R$ una pizza, il mediano 5.98 R$ uno shampoo, il portiere 1.58 R$ una confezione di spaghetti, e così via.

Il dio del calcio però non apprezza molto la mossa pubblicitaria e la Fluminense – che viene da un’imbattibilità di cinque mesi, seconda solo al Vitória – incappa nella sconfitta per 2-1. La linea viene mantenuta anche per la partita successiva, contro i rivali del Vitória appunto, con un esito negativo ancora più pesante: 6-0. Queste due sconfitte le faranno perdere il secondo posto ma non la qualificazione alle semifinali play-off che poi perderanno, sempre col Bahia.

L’unico tiro in porta degno di nota del nostro amato asciugamano contro il Vitória

La pubblicità era ovviamente coordinata con installazioni fuori dallo stadio e nei supermercati, ma la scaramanzia è stata più forte del marketing e dopo le due brutte sconfitte l’idea è stata riposta in magazzino. Dopo quattro anni però siamo ancora qui a parlarne quindi, in fondo, hanno vinto loro.

Qui la sisntesi della disfatta

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