Il chupito consiste in un bicchierino di superalcolico bevuto tutto d’un fiato, magari per rompere il ghiaccio o ravvivare una conversazione ormai in stallo. La nostra rubrica vi omaggia di qualche breve aneddoto per fare bella figura con amici, parenti e amanti.
Molti di voi ricorderanno l’anomalia, molti altri ne saranno venuti a conoscenza per vie traverse, noi ci spendiamo volentieri un corposo chupito, portandovi al livello successivo. Perché l’episodio non si è limitato alla sola maglia di Cruijff nel Mondiale del 1974, si è ripetuto anche nel successivo al quale, come ben saprete, il «Profeta del Gol» non partecipò.
Cruijff è il calcio moderno. Sia da giocatore che da allenatore ha innovato questo bellissimo sport, ma non va dimenticato che anche sul lato professionale-economico è riuscito a farsi riconoscere – non solo personalmente, ma per l’intera categoria – quello che il talento meritava.
All’inizio degli anni Settanta Johan era sotto contratto con Puma e veniva pagato lautamente anche per indossare un modello di scarpe poi commercializzato a suo nome. Si dice però che preferisse calzare Adidas – le malelingue millantano un’offerta più generosa da parte dell’azienda rivale, fratelli serpenti – e, dopo qualche discussione, la questione andò in tribunale. Puma ebbe la meglio e l’olandese fu costretto a firmare un nuovo contratto, se pur più remunerativo del precedente, con l’obbligo di non vestire nessun’altro marchio sportivo.
Alla vigilia di Germania 1974 sorse un enorme problema: Adidas era lo sponsor tecnico ufficiale della Nederlands voetbalelftal e la squadra avrebbe vestito le tre strisce, segno ormai imprescindibile e iper riconoscibile del brand tedesco. Cruijff, come da contratto, si rifiutò in modo così fermo da dare l’impressione di poter addirittura rinunciare alla spedizone mondiale. Sarebbe stato un tracollo tecnico per gli olandesi e di immagine per entrambi i marchi dei fratelli Dassler. Così la KNVB, il calciatore, Puma e Adidas si misero a un tavolo e stipularono un accordo: la nazionale vestirà le tre strisce, mentre Johan indosserà un completo su misura con solo due strisce su maglia, pantaloncini e calzettoni. Così capra e cavoli sono salvi. Il resto è storia.
Dopo le due strisce di Cruijff quelle dei van der Kerkhof
Come vi avevamo promesso la storia non finisce qui, perché quattro anni più tardi si giocano i Mondiali in Argentina. Cruijff decide di non partecipare – per ragioni che non hanno a che vedere con questo articolo – ma l’anomalia delle due strisce si ripresenta. Questa volta sono i gemelli René e Willy van der Kerkhof a rifiutarsi di mostrarsi legati ad Adidas. I motivi non sono noti – anche se immaginiamo possano essere del tutto simili a quelli del loro connazionale –, forse non volevano far sentire la mancanza del capitano sia in campo che nello stile?