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Maglie Napoli 2021/22 e “autoproduzione”: un’ipotesi concreta?


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La società partenopea, ormai decisa a non rinnovare l’accordo in scandenza con Kappa (BasicNet) e non ritenendo ad oggi soddisfacenti le proposte alternative, starebbe valutando l’opzione di autoprodurre il materiale tecnico per la stagione ventura.

Alla base dell’ipotesi ci sono ovviamente motivazioni commerciali, legate alla possibilità di massimizzare i ricavi da vendita del merchandising controllando direttamente produzione e distribuzione, anche se da parte della società si è preferito porre l’accento sul desiderio di una maggiore libertà creativa nella personalizzazione, in particolare, delle maglie gara. Viste alcune creazioni degli ultimi anni, forse la “libertà creativa” andrebbe semplicemente meglio indirizzata ma è un altro discorso.

C’è da capire se, arrivati a circa un mese dall’apertura dei ritiri estivi in assenza di conferme o smentite ufficiali, davvero quella dell’autoproduzione rappresenti ancora una strada concretamente percorribile ed eventualmente in quali termini. A meno che l’opzione non sia stata gettata strategicamente sul tavolo per giocare al rialzo con i produttori che hanno presentato le proprie offerte alla società azzurra. A quest’ultimo proposito i nomi circolati sono stati diversi e non è dato sapere quanto il chiamarli in causa sia stato supportato da riscontri concreti. Parliamo degli “immancabili” Nike e Adidas, Castore, un non meglio precisato “sponsor recente diverso da Kappa” (Macron?) ed infine la suggestiva ipotesi EA7.

In merito al possibile rapporto con la casa di Giorgio Armani viene portato come argomento a sostegno l’attività della figlia del presidente De Laurentiis, Valentina, nel campo della moda. Non poniamo limiti alla Provvidenza, ma ci pare un po’ fragile come pietra d’angolo sulla quale fondare la credibilità dell’operazione. Piccolo dettaglio marginale: EA7 non ha, ad oggi, nel proprio catalogo una linea “calcio”.

Qualora il Napoli riuscisse a presentarsi ai nastri di partenza con il materiale personalizzato, a prescindere dal risultato estetico, occorrerà complimentarsi con la società partenopea (e l’eventuale sponsor tecnico, se presente) per lo sforzo organizzativo compiuto. Perchè riuscire in soli tre mesi al massimo, dando per buoni i tempi che deduciamo dalle notizie di stampa, a realizzare da zero la fornitura completa per una società del livello del Napoli rappresenterebbe davvero un’impresa notevole.

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