Puma ha lanciato una maglia celebrativa per il quasi 53enne attaccante degli Yokohama FC Kazu Miura. Cogliamo l’occasione per parlare di questo personaggio immortale che a marzo tornerà sui campi delle J-League dopo aver vissuto una promozione da protagonista.

Questo lo spirito samurai del giapponese:

È il corpo che decide. Se sarò stanco al punto da non potermi allenare, sarà il momento. Ma oggi non riesco a immaginare di dire addio a 50 mila persone dentro uno stadio.
Non mi interessa diventare allenatore, presidente, direttore sportivo o commentatore tv. Il mio unico desiderio è essere un calciatore. Fino alla morte se possibile.

La maglia speciale del re

Togliamoci subito il dente: è brutta!
Personalmente non amo la tendenza di questi anni di proporre maglie celebrative che mixano grafiche di maglie degli anni precedenti. Sono state realizzate per il Manchester City, il Barcellona, l’Inter, l’Arsenal… ma visto il successo riscontrato evidentemente sarò nel torto.
Fine della polemica.

Puma opta per unire in modo arlecchinesco due delle grafiche più iconiche dei サムライ・ブルー (Samurai Blu), quella del 1998 – dello storico primo mondiale al quale ha partecipato il Giappone – e quella del 1994 – dell’Agonia di Doha, dove furono estromessi dal mondiale statunitense all’ultimo minuto dell’ultima partita dall’Iran –, entrambe con Kazu protagonista.

La storia speciale del re

Nell’aprile del 1981 Yōichi Takahashi pubblica il fortunatissimo manga キャプテン翼 (Kyaputen Tsubasa, da noi conosciuto come Holly e Benji) dove un 15enne Tsubasa Oozora (da noi Oliver Hutton) sogna e riesce ad andare a giocare in Brasile per migliorare il suo gioco e diventare un campione.

Un anno più tardi un altro 15enne che si chiama Kazuyoshi Miura (cognome preso dalla madre per evitare collegamenti col padre legato alla yakuza), compra un biglietto per il Brasile. Anche lui vuole migliorare la sua tecnica per diventare un campione. E ci riuscirà, anzi farà di più: diventerà il re.

Il periodo brasiliano, fra Juventus-SP, Santos, Palmeiras, CRB, XV de Jaú, Coritiba e ancora Santos non inizia benissimo e ingrana solo verso la fine, ma Miura ha comunque un buon ricordo dell’esperienza.

I primi anni avevo mancanza di casa, ma poi ho imparato la lingua, ho preso la patente e mi sono divertito in Brasile: è qualcosa che non dimenticherò mai.

In seguito Kazu prova anche l’esperienza in Europa – con una parentesi al Genoa e alla Dinamo Zagabria – dove però è più apprezzato per gli sponsor che si porta dietro che come calciatore. Ma è a casa sua che trova la definitiva consacrazione.

In Giappone con i Yomiuri Verdy, i Kyoto Purple Sanga, i Vissel Kobe e gli Yokohama FC segna una caterva di gol in innumerevoli stagioni. Cosa che ripeterà in nazionale con 55 gol in 89 presenze.

Il nostro matusalemme, nel 2012, prova anche l’esperienza del futsal venendo convocato nella nazionale giapponese e ricevendo onore e rispetto anche dal più grande di tutti i tempi, un certo Falcao.

Un piccolo omaggio personale

Nel mio piccolo sono orgoglioso di possedere una replica della maglia indossata dal Kazu Miura nel quadriennio 1992-96, a mio avviso una delle più belle si sempre. In generale.

Ovviamente ho omaggiato pure la squadra con una mia rappresentazione su miniature Subbuteo, come faccio spesso a chi se lo merita.

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