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Il rosso è un colore popolare nel calcio, insieme al blu è in percentuale quello più presente sulle maglie della squadre europee, ma la prima squadra che ci viene in mente quando pensiamo al rosso è il sicuramente il Liverpool. Bugiardo chi afferma il contrario. 

Il Liverpool Football Club nasce da una costola dell’Everton Football Club nel 1892, quando gli oramai cugini lasciarono Anfield ritenendo il costo dell’affitto dell’impianto troppo alto. A quel punto il proprietario del leggendario stadio decise di fondare una propria squadra ingaggiando 13 giocatori professionisti scozzesi da aggiungere ai soli 3 reduci dalla diaspora. L’anno seguente parteciparono al primo campionato in Seconda Divisione – o Lancashire League –, vincendolo. Per quattro anni la camicia fu bianca e celeste partita, poi nel 1896 si passò al rosso. Il resto è storia.

Nel momento in cui sto scrivendo l’articolo il Liverpool è la migliore squadra del mondo. È campione in carica in Champions League – avendo pure perso malamente la finale dell’anno prima –, l’anno passato ha raggiunto quota 97 punti in Premier League, riuscendo clamorosamente a non vincere il campionato. Quest’anno vola con 11 vittorie e 1 pareggio. Ha in panchina il miglior allenatore disponibile. Gioco veloce, intenso e spumeggiante. Giocano in uno degli stadi più iconici della storia del calcio e prima di ogni gara TUTTI cantano l’inno più toccante che si possa sentire su un rettangolo verde. What else?

Ma questa non è un’eccezione, ciclicamente nel tempo è una situazione che si è ripetuta. Ed è sempre stata accompagnata da maglie bellissime. Completamente rosse o quasi.

Eccezioni: quando il rosso piace di più che sulle maglie del Liverpool

Da Shankly a Klopp, dal paricollo bianco a New Balance

Il 1° dicembre del 1959 firma per un Liverpool al peggio del suo peggio un certo Bill Shankly, allenatore che nel giro di pochissimo tempo riportò i reds a dominare in Inghilterra e in Europa. Si racconta che appena arrivato in città, in risposta a un barbiere che gli chiese: «Anything off the top?» [che taglio facciamo? n.d.r.], disse «Ay, Everton».

In 15 anni vince prima la Second Division, poi 3 volte la First Division, 2 volte la F.A. Cup, 3 volte la Charity Shield e 1 volta la Coppa Uefa, lanciando giocatori del calibro di Roger Hunt, Kevin Keegan e lasciando la strada spianata al suo vice prima, successore poi, Bob Paisley per la definitiva conquista dell’Europa con 3 Coppe dei Campioni e 1 Coppa Uefa, non contando i numerosi titoli nazionali.

Negli anni si sono alternate maglie molto molto belle che, in modo intelligente ed elegante New Balance ha riproposto in chiave moderna durante questo fortunato quinquennio.

Nel 2017/18 si cita la fortunata maglia indossata nella seconda metà degli anni ’70 da Souness, Dalglish & co.

Quest’anno invece un’altra, sempre fortunata e bellissima, vincitrice di un’altra Coppa dei Campioni, quella del 1984 a Roma contro la Roma, sfoggiata anche nei due anni precedenti.

Ma non è finita qui, il Liverpool ha proposto altri grandi campioni sempre vestiti benissimo, soprattutto negli anni ’90.

Senza dimenticare Steven Gerrard, 504 partite e 120 gol con il Liverpool, capitano dal 2003 al 2015. Ha alzato la Coppa dei Campioni, la Coppa Uefa, la Supercoppa Europea, l’F.A. Cup, la Coppa di Lega, la Community Shield. Gli è mancato solo la Premier League, per colpa di quello sciagurato scivolone contro il Chelsea del 27 aprile 2014. Peccato.

Per chiudere

Non lavoro per allenare la squadra più forte del mondo, lavoro per batterla.

Lo so, vi siete distratti da un pezzo. Tornate pure su adesso…

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