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Negli ultimi anni Adidas Japan aveva lavorato egregiamente, differenziandosi dalle altre produzioni del brand tedesco e proponendo maglie sempre originali, ricercate e soprattutto molto molto belle. Ma con la presentazione della nuova maglia del Giappone per il 2020 il sole è decisamente tramontato sul paese che il sole lo avrebbe di natura levante. 

È tutto sbagliato: il simil camouflage, il retro celestino, le cose Adidas rosse…
E non mi interessa che si pubblicizzi con lo slogan 日本晴れ (letteralmente Cielo limpido giapponese, anche se di limpido ha ben poco) e che le macchie si ispirino alle pennellate irregolari di un noto stile pittorico giapponese.
La maglia segue chiaramente la moda sbagliata del momento, più facilmente riconducibile a FIFA20, o a un certo filone di fine millennio che alla tradizione calcistica nipponica.

https://www.facebook.com/samuraiblue/videos/2540453336001883/
Si, tutto bello, molto poetico… ma alla fine È SBAGLIATO.

Mi piacciono gli anni novanta, ci sono cresciuto, ma non è che si può prendere proprio tutto tutto senza un minimo di ritegno. Già quest’anno sono state fatte le prove generali con le divise dei portieri e con quelle pre-gara dei top team legati all’azienda tedesca, dove sicuramente il nuovo discutibile target commerciale ha risposto positivamente presente. Da qui il via libera per lo scempio. 

Quando ad Adidas Japan davi il cinque alto

Come dicevo sopra, fino a dodici mesi fa Adidas Japan aveva lavorato alla grande, proponendo kit originali e ben riusciti. Apice il 2016, dove ad avviso di molti – me compreso avendo acquistato la maglia in quel di Osaka – si riteneva che la maglia di casa del Giappone fosse stata la maglia più bella della stagione. È riproposto il blu scuro di 4 anni prima con sul petto una fine banda orizzontale rossa (rosa o gialla) dalle quali si irradiano – sia sopra che sotto – altre cinque bande di diverso spessore e tono di blu, dal celeste fino al navy per confondersi con la base principale.

Ma anche la maglia usata negli scorsi mondiali era molto interessante, il blu usato era decisamente più simile a quello tradizionale ma era arricchito da pinstripes tratteggiate che prendono ispirazione dalla tradizionale tecnica di punto da ricamo sashiko, con la quale venivano decorati i tessuti trapuntati indossati dai Samurai.

Nel frattempo era stata riproposta in edizione limitata pure una maglia speciale celebrativa dei 20 anni dalla prima storica qualificazione mondiale dove si attualizza l’iconica maglia fiammeggiante di Nakata, Nakayama, Nanami, etc.

Interessante anche la differenziazione che Adidas adotta da anni per le tre nazionali nipponiche, inserendo particolari rossi per la nazionale maschile in riferimento all’Hinomaru, il disco solare della bandiera. Per le Nadeshiko Japan (la nazionale femminile) invece viene usato il rosa, colore del Garofano Frangiato che in Giappone è preso a simbolo della personificazione della femminilità ideale (Yamato nadeshiko). Alla nazionale di futsal è assegnato il giallo, colore positivo associato alla fertilità, al coraggio, alla bellezza e alla famiglia imperiale. Nel 2012, in occasione dei mondiali in Thailandia, venne convocato il 45enne Kazuyoshi Miura che vestì la maglia palata di giallo per 6 partite.

Conclusione

Avremmo bisogno di un loro intervento per rimettere a posto le cose e riportare il brand sui binari giusti, oggi maldestramente abbandonati per seguire una moda e una clientela sbagliata.

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