Il chupito consiste in un bicchierino di superalcolico bevuto tutto d’un fiato, magari per rompere il ghiaccio o ravvivare una conversazione ormai in stallo. La nostra rubrica vi omaggia di qualche breve aneddoto per fare bella figura con amici, parenti e amanti.
Per chi non se ne fosse reso conto l’S.D. Eibar veste lo stesso azul-grana del più blasonato Barcellona – loro lo chiamano blau, ma è questione di ceppi linguistici – e la genesi di tutto nasce per caso nella stagione 1943-44. Questo chupito è offerto direttamente da la presidente della squadra basca che accenna alla vicenda nella docu-serie in onda sulla «televisione dei pacchi veloci» durante un Eibar vs Barcellona (Six Dreams, 2018).
Grazie del chupito pres! De nada.
Noi ovviamente abbiamo approfondito e vi raccontiamo che: la squadra nasce nel 1940 da una fusione, ma la loro attività è saltuaria, incostante e corredata di un candido completo bianco. Tre anni dopo si decide di organizzarsi e nasce la Sociedad Deportiva Eibar che però non ha ancora una divisa per scendere in campo. Interviene la Federación Guipuzcoana che, avendo a disposizione un set di maglie del Barcellona dimenticato in un qualche spogliatoio in giro per il paese, decide di aiutare la neonata società basca. Da quel momento l’azul-grana diventa la loro livrea ufficiale.
Ma il fato nel calcio non è mai banale e 44 anni dopo – stagione 1987-88 – l’Eibar vince la Segunda División B tornando dopo trent’anni in Segunda División. Tutto questo indossando la maglia del Barcellona (quella ufficiale! n.d.a.). Ángel Fernández Zapico – magazziniere dell’epoca – racconta che si recò personalmente in un centro commerciale della zona per acquistare due mute di gioco complete della squadra catalana, mettendosi poi a scucire tutti i loghi e ad applicarci i propri, oltre che lo sponsor.
Aquel año, el Eibar jugó con la camiseta del Barcelona. Fui a comprarlas a El Corte Inglés y le tuvimos que descoser el escudo del Barcelona y coser el escudo del Eibar. ¡Lo que nos costó sacarlos! Tuvimos que acudir a unas costureras profesionales… Pero nos trae muy buenos recuerdos.

[…] dos juegos para cada jugador. Entonces con un par para cada uno ya tirabas toda la temporada. No era como ahora, ni mucho menos.