Chiunque sia nato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 e abbia vissuto durante il periodo di formazione calcistica l’ascesa di Zemanlandia non può non portare nel cuore, anche come semplice simpatizzante, il Foggia dei primi anni ’90. Il trio Signori-Baiano-Rambaudi, la difesa altissima, l’impostazione dal basso di Petrescu, le folate di Codispoti, gli scambi, i tagli, i gradoni del martedì… hanno segnato in modo indelebile l’immaginario di quella generazione. La mia generazione.
Ma il Foggia – all’epoca Sporting Club Foggia – nasce molto prima, il 12 maggio del 1920, dalla fusione di alcune squadre del territorio. Anche se il suo debutto ufficiale risale a due anni dopo, il 17 febbraio del 1922.
La squadra si veste già di rosso-nero palato – cinque strisce per la precisione – e pantaloncino bianco. Colori che prendono ispirazione da quelli del Milan per il quale i fratelli Tiberini – tra i fondatori del club – facevano il tifo, oltre a rispecchiarsi completamente con l’ideologia di Herbert Kilpin.
Il capitano ha cucito sul petto lo stemma societario che al suo interno comprende il blasone comunale: d’argento a tre fiammate guizzanti dalla superficie del mare e in questo specchiantisi, il tutto al naturale.
Queste tre fiammelle simboleggiano l’apparizione della Madonna dei sette veli – patrona della città – tra le quali, affiorando da un laghetto, si manifestò a due pastori del luogo.
Il logo del centenario
Martedì scorso – 12 maggio 2020, esattamente 100 anni dopo la fondazione del club – l’attuale dirigenza ha pubblicato online, per i noti problemi derivati dal Covid-19, la conferenza stampa di presentazione del logo e della maglia del centenario.
Questo logo speciale, come successo 10 anni fa per festeggiare il 90° compleanno, è un restyling in chiave moderna di quello originale degli anni ’20. Con alcune piccole ma insidiose differenze.
Lo forma dello scudo rimane tutto sommato invariata ma circondata da una linea color oro (ho problemi personali con l’abuso dell’oro in questi ultimi anni, lo ammetto n.d.r.) sormontata in vetta dal numero 100. La fascia che comprende il nome della squadra è convertita in negativo e il secondo quarto dove sono rappresentate le tre fiammelle è stato leggermente ampliato. Il resto della superficie vede il palato rosso-nero curvato verso destra un po’ a simulare la tridimensionalità dello scudo. Acer in fundo ogni elemento è bordato di bianco, soluzione che allinea questo logo alla moltitudine di loghi monotoni tanto in voga di questi tempi.
Il nuovo logo sarà indossato per tutta la prossima stagione ma ciò non vuol dire che i satanelli verranno a mancare, specifica l’addetto stampa del club pugliese. Per fortuna, aggiungo io. Perché – come raccontavo a inizio articolo – il mio Foggia rimane quello delle meraviglie di quasi 30 anni fa e che esibiva sul petto i due satanelli. Elementi caratterizzanti del logo disegnato da Savino Russo ispirati dal termine coniato dal giornalista Mario Taronna nel primo dopoguerra e dallo scazzamurrill, lo spiritello benevolo della tradizione popolare foggiana.